In un vivacissimo post di commento a Un Nuovo Regno della Troisi sul bel blog di Arianna si è innescata una discussione sul nuovo fenomeno che sta investendo l'editoria italiana in questi anni: il proliferere di giovani autori fantasy.
Come spesso accade quando un fenomeno passa dalla nicchia alla ribalta, la questione su cui si è posta l'accento è sul tipo di qualità che quest'afflusso di esordienti garantisce sul panorama fantasy attuale. In altre parole: la grande quantità di nuovi autori di genere rispecchia un eguale livello di qualità della loro narrativa?
Qualcuno sostiene che, in questa sorta di bulimia fantasy, si finisca per dare spazio un pò a tutti innescando un abbassamento della qualità dei libri che spesso sono ripetitivi e non originali nei temi; altri, come me, la pensano in modo un pò diverso.
Capita sempre che i fenomeni "di massa" generino dubbi di questo tipo, è capitato di continuo in passato e non smetterà di succedere in futuro; nell'abbondanza, chissà perchè sempre intesa come sinonimo di acriticità, si nasconderebbe il pericolo della mancanza di qualità. Io penso, al contrario, che nell'abbondanza si possa distinguere, e quindi scegliere, il prodotto davvero buono e valido con maggiore facilità che non nella scarsità.
Fino a qualche anno fa, diciamo con l'inizio di Harry Potter e il Signore degli Anelli film, in Italia c'erano pochissimi nomi fantasy, io ne leggevo solo una Mariangela Cerrino. Poi, col trionfo del genere fantastico al cinema come negli scaffali delle librerie di mezzo mondo (e su questo si aprirebbe un'altra bella discussione), gli autori sono sbucati come funghi e, finalmente, mi è stato possibile: leggere, confrontare e quindi giudicare in modo critico.
Senza confronto, in un panorama "monopolistico", la cosa mi sarebbe stata impossibile.
Intendiamoci, non è che mi strugessi di dolore senza autori italiani in giro, gli stranieri abbondavano e abbondano a tutt'oggi, ma era giusto che anche gli scrittori nostrani avessero una possibilità. Diciamocelo, la cultura italiana è troppo elitaria e snob per aprire al fantasy in modo spontaneo, ci sono voluti i miliardi della Rowling e di Peter Jackson per smuovere le cose, ma alla fine qualcosa è cambiato (persino l'Einaudi se n'è accorta...con qualche annetto di ritardo ma ce l'ha fatta!!) e ora abbiamo Licia, Francesco, Marco, Michele e moltissimi altri che, perdonatemi, al momento non ricordo.
Ora, si può gradire o meno quello che scrivono, ma almeno ci sono!!!! (con buona pace del mio bancomat...)
Voi che ne pensate?
Qualcuno sostiene che, in questa sorta di bulimia fantasy, si finisca per dare spazio un pò a tutti innescando un abbassamento della qualità dei libri che spesso sono ripetitivi e non originali nei temi; altri, come me, la pensano in modo un pò diverso.
Capita sempre che i fenomeni "di massa" generino dubbi di questo tipo, è capitato di continuo in passato e non smetterà di succedere in futuro; nell'abbondanza, chissà perchè sempre intesa come sinonimo di acriticità, si nasconderebbe il pericolo della mancanza di qualità. Io penso, al contrario, che nell'abbondanza si possa distinguere, e quindi scegliere, il prodotto davvero buono e valido con maggiore facilità che non nella scarsità.
Fino a qualche anno fa, diciamo con l'inizio di Harry Potter e il Signore degli Anelli film, in Italia c'erano pochissimi nomi fantasy, io ne leggevo solo una Mariangela Cerrino. Poi, col trionfo del genere fantastico al cinema come negli scaffali delle librerie di mezzo mondo (e su questo si aprirebbe un'altra bella discussione), gli autori sono sbucati come funghi e, finalmente, mi è stato possibile: leggere, confrontare e quindi giudicare in modo critico.
Senza confronto, in un panorama "monopolistico", la cosa mi sarebbe stata impossibile.
Intendiamoci, non è che mi strugessi di dolore senza autori italiani in giro, gli stranieri abbondavano e abbondano a tutt'oggi, ma era giusto che anche gli scrittori nostrani avessero una possibilità. Diciamocelo, la cultura italiana è troppo elitaria e snob per aprire al fantasy in modo spontaneo, ci sono voluti i miliardi della Rowling e di Peter Jackson per smuovere le cose, ma alla fine qualcosa è cambiato (persino l'Einaudi se n'è accorta...con qualche annetto di ritardo ma ce l'ha fatta!!) e ora abbiamo Licia, Francesco, Marco, Michele e moltissimi altri che, perdonatemi, al momento non ricordo.
Ora, si può gradire o meno quello che scrivono, ma almeno ci sono!!!! (con buona pace del mio bancomat...)
Voi che ne pensate?